Presentazione
Personalmente, credo che non possa esistere alcun tipo d'arte se l'uomo non effettua un intervento manuale sulle
proprie opere e non è in grado di controllare una determinata tecnica che porta alla produzione finale di un'immagine, o di un manufatto particolare.
L'arte non può essere solo un'idea, altrimenti si chiamerebbe: sogno.
Le idee vanno sapute realizzare e la tecnica è insostituibile per dar vita ad ogni tipo di pensiero.
Credo che molti artigiani siano artisti e molti artisti dovrebbero essere tali, non solo per le loro capacità
immaginifiche, ma soprattutto per la loro maestria nel padroneggiare certi attrezzi, certi linguaggi e certe tecniche, al punto che spesso superano in bravura anche gli artigiani più
esperti.
Alla MIA ho avuto la possibilità di soffermarmi sui lavori di un artista giapponese che sa esprimere l'originalità
delle proprie idee e, per sostenerle con maggior forza e personalità, ha anche introdotto una tecnica fotografica tutta sua e la costruzione della carta che gli serve a supporto di ogni sua
opera.
Questa carta è descritta dall'artista con il nome fonetico di "rokuta" e dalla parola "lokta" scritta di suo pugno.
Non sono attualmente in grado di tradurre altrimenti questi termini, ma cito queste parole perché non sono in grado d'identificare meglio né la specie vegetale (palpu a detta di Ishida) che
dà origine alla fibra utilizzata per la produzione della carta, né il prodotto finito.
Esiste in Oriente un prodotto simile a quello di cui parla Ishida, però l'artista ritiene le proprie realizzazioni
tecniche superiori ad ogni altra merce di questo genere.
Katsu Ishida è il rappresentante della nouvelle vague del Nipponism, egli usa una sua carta che produce da
circa 20 anni, quando è colto dall'estro creativo si ritira nella sua casa sulle montagne dell'Himalaya, dipinge principalmente con gli strumenti tipici della tradizione giapponese,
inchiostro e tecniche miste, ha sviluppato un suo stile inconfondibile molto velocemente ed è stato insignito di numerosi premi a livello internazionale.
Sono molto contento d'aver conosciuto un artista così evoluto, sia per la propria visione artistica che per la proprie
conoscenze tecniche e sono orgoglioso di presentarvelo in questo servizio.
L'artista, le opere, la
tecnica
Katsu (nome) Ishida (cognome) è un pittore giapponese che si esprime anche attraverso la
fotografia; è presente alla MIA con alcune sue opere ibride tipiche di uno stile Nippon e di una sperimentazione che passa attraverso forme, racconto e materiali
diversi.
Ishida considera il computer quasi come un essere umano, in effetti queste macchine pensanti arrivano anche a
comunicare attraverso la parola.
L'artista un giorno ha deciso d'aprire un p.c. quasi per cercarne l'essenza corporea, o forse l'anima... Ma, si è
sentito piuttosto deluso per aver trovato soltanto meccanismi elettronici. Questo fatto gli è sembrato molto strano e gli è venuto spontaneo di dire: <Ma come è possibile? Dov'è l'essere
umano che dovrebbe nascondersi qui dentro?>.
Noi ogni giorno usiamo queste macchine e comunichiamo con loro come se fossero persone, può essere che questo sia una
specie d'imbroglio?
Ishida ha così deciso di rendere più umani i computer con l'aiuto della fotografia ed ha assemblato
delle vetrinette al cui interno ha inserito parti di hard disk, involucri, schede elettroniche, altri elementi elettromeccanici e immagini delicate e femminili, ma anche
rappresentazioni visive di specie di esseri totemici un po' mostruosi che potrebbero perfino spaventare i bambini.
Yura yura
Per comprendere meglio il significato di questi collage tridimensionali, ho chiesto a Katsu Ishida quale fosse il
titolo dell'opera soprastante.
Yura yura (questo è il fonema da lui pronunciato), in giapponese, significa qualcosa come "ondeggiante", perché questo
talvolta è il comportamento degli esseri umani che cambia e muta in continuazione.
A volte, una donna ti dice che ti ama, ma la stessa donna altre volte ci ripensa e dice che non ti ama più, poi magari
ti dice che però gli piaci e così via. L'essere umano è un po' instabile nei propri comportamenti e nei propri sentimenti, un computer invece fornisce delle risposte più ripetibili e
tranquillizzanti, forse proprio per l'assenza di sentimenti imprevedibili.
Modern Mona Lisa
Basta togliere la pelle della faccia alla Monnalisa e si ottiene il tremendo faccione dalla lunga lingua arancione, si
tratta di un'opera un po' dissacratoria che ancora una volta tende ad analizzare ciò che sta dentro l'essere umano, per coglierne meglio i pensieri ed i sentimenti.
Dettaglio degli occhi e degli omini dipinto su "Modern Mona Lisa"
Girl di Katsu Ishida
Ciò aiuta a conferire una forte personalità all'opera di Ishida è anche il fatto che l'artista produce, con un suo
procedimento segreto, una carta speciale che utilizza sia per le proprie pitture che per le proprie fotografie.
Le fotografie vengono manipolate in una successiva fase in cui l'artista interviene col pennello e l'inchiostro
elaborando forme e piccoli disegni a completamento dei propri lavori.
Rokuta (il procedimento si chiama washi) è una carta molto costosa che si ottiene da una fibra vegetale (lokta) molto
forte che è lo stesso materiale che viene utilizzato nella fabbricazione delle banconote giapponesi.
Questo tipo di carta speciale fabbricata da Ishida, assomiglia vagamente alla carta tailandese o indiana (palpu), ma è
costituita al 100% di questa fibra, mentre normalmente negli altri paesi di questo "palpu" se ne utilizza una percentuale di circa il 10%.
Ishida è costretto a formare dei grandi fogli assemblando quadrati più piccoli di carta, in quanto questa sua carta
diventa talmente forte e grezza da rompere le stampanti inkjet che sono utilizzate per stampare le fotografie che vengono impresse su questo materiale.
Dopo che la fotografia viene stampata, l'artista dipinge ancora sulla sua opera dei piccoli disegni. Ishida ricorre a
questo nuovo intervento perché la sua carta non è di colore bianco, ma un po' giallina e questo fatto non gli consente d'ottenere il contrasto che egli desidera.
Dettaglio di come vengono uniti i quadrati di carta
Katsu Ishida utilizza anche Photoshop per preparare i suoi lavori ed in questo modo sembra rappresentare appieno la
schizofrenica società del Sol levante che vive in parte di tradizioni antichissime ed in parte di tecnologie modernissime.
A conferma di questo fatto certi lavori dell'artista giapponese prendono spunto anche da sculture di cartapesta, fatte
sempre con la sua carta super-resistente, che vengono fotografate, per poi dar vita ad immagini rielaborate digitalmente, stampate ed in ultimo dipinte. In questo modo è stata realizzata
"Modern Mona Lisa", per esempio.
Ishida è stato anche un designer di moda per i tessuti che distribuiva in Giappone nei suoi 60 negozi. Questo accadeva
fino agli inizi degli anni 2000, quando ha lasciato questa attività ad altri membri della sua famiglia per incominciare ad occuparsi di diverse attività imprenditoriali e di arte.
Un problema per lui molto sentito sta nel fatto che in molti provano a riprodurre e copiare le sue produzioni, così
egli ha deciso di elaborare tecniche miste che rendano il processo creativo più personale e complicato da copiare, in quanto la pittura garantisce un tocco manuale molto personale a tutto.
Per lo stesso motivo egli si produce da solo i materiali sui quali dipinge e imprime le fotografie.
Quando ho chiesto a Katsu Ishida qual'è la fase più complicata del suo processo creativo egli mi ha detto che
sicuramente la ripresa fotografica è la parte più importante e quella che gli richiede maggior tempo. Anche in questa disciplina Ishida ha sviluppato una propria tecnica segreta che gli
permette quasi d'ottenere una specie di doppia esposizione in un unico scatto. Se guardate Yura, yura, noterete che le braccia della modella sono rivolte verso il basso, ma nella fotografia
appare un'ombra di un braccio la cui mano sembra toccare il pube della donna. Ishida dice che ogni professionista vorrebbe assistere alle sue sedute di posa per vedere come egli operi in modo
da creare questo tipi d'effetti in un'unica esposizione e carpirgli il suo segreto.
Ovviamente, Ishida s'oppone a mostrare il suo modus operandi perché è molto contento dei risultati che solo lui è in
grado d'ottenere.
Katsu Ishida, artista, 48 anni circa
(molto all'incirca)
A questo punto, ho chiesto all'artista giapponese quanto sia importante la tecnica per lui.
Egli mi ha detto che la tecnica è molto importante per l'arte, ma ancor più importante è ciò che tu vuoi
effettivamente realizzare. Se si pensasse soltanto alla tecnica il lavoro dell'artista sarebbe noioso, l'idea e l'immagine finale sono importanti, ma un ruolo essenziale è dato anche dalla
tecnica che ti permette d'ottenere il risultato che vuoi.
Per ottenere un prodotto originale è fondamentale che immaginazione e tecnica si fondano.
Per Ishida la sua carta è molto importante, una volta che egli avrà terminato le sue scorte, saranno necessari altri
tre anni per completare il ciclo lavorativo che gli consente d'ottenere il suo supporto preferito. Naturalmente, nonostante in molti vogliano comprare i suoi fogli di carta speciale, egli non
li vende e li produce soltanto a suo uso e consumo.
"Se qualcun altro vuole ottenere i miei risultati e produrre la mia carta, ci provi pure, ma non è facile, ci vuole la
giusta tecnica e molto tempo!". Questa frase riassume un po' il pensiero di Ishida su come proteggersi da tentativi di plagio da parte di altri creativi.
Ishida dice che per approvvigionarsi della materia prima di cui è costituita la sua carta bisogna
camminare per ore su una montagna e procedere in un modo che nessuno conosce; egli tuttavia ha scorte sufficienti di questo prodotto che gli consentiranno di produrre opere artistiche fino
alla fine dei suoi giorni. Tony Graffio
Un quadro di Katsu Ishida realizzato con la sola tecnica pittorica sulla carta segreta da lui auto-prodotta
Altre opere a tecnica mista di Kutso presentate nello stile giapponese